Il
rischio che il debitore non sia in grado di adempiere ai suoi obblighi di
pagamento di interessi e di rimborso del capitale è detto rischio di credito.
Esso è una componente di tutte le attività di prestito e, come tale, influenza
le scelte d’investimento delle banche, degli intermediari finanziari e degli
investitori in titoli obbligazionari.
La
probabilità di default è la
probabilità che la controparte non riesca ad ottemperare agli obblighi assunti
con l’ente emittente il credito. Si possono utilizzare due approcci per stimare
tale valore di probabilità:
1. Approccio basato sui dati di mercato
(ad es. il valore di EDF, o Expected default frequencies, nel modello
Merton-KMV per le controparti di tipo Corporate quotate);
2. Approccio basato sui rating creditizi
(ad es. rating assegnati da agenzie specializzate o dalla banca a controparti
Corporate o Privati mediante modelli interni di attribuzione del rating ed
assegnando ad ogni classe di rating una corrispondente probabilità di default).
La
Loss Given Default rappresenta la
perdita che la banca subisce a fronte dell’esposizione quando la controparte
diventa insolvente, essa non è mai nota ex ante, ma si manifesta solo quando
l’operazione è conclusa.
Si
ha che:
LGD = 1 - RR
Dove
RR indica il Recovery Rate (tasso di
recupero). La LGD e il RR vengono calcolati sull’esposizione.
Il
tasso di recupero è influenzato dalle caratteristiche dell’esposizione (le
garanzie reali, il grado di priorità dell’esposizione, eventuali garanzie
personali), dalle caratteristiche della controparte (il settore ed il Paese in
cui la società opera, alcuni indici finanziari, tra cui la leva), dalle
caratteristiche della banca (l’efficienza dell’ufficio che si occupa del
processo di recupero, la frequenza degli accordi stragiudiziali con i debitori,
la tendenza a cedere a terzi pacchetti di crediti in contenzioso) e da fattori
esterni (lo stato del ciclo economico, il livello dei tassi d’interesse).
Si
ha che:
RR= [(ER-AC)/EAD]/(1-ITR)^t
·
(Expected
recovery), percentuale dell’esposizione si pensa possa essere recuperata;
·
(Administrative
Costs), costi amministrativi del recupero calcolati sull’esposizione al momento
del default;
·
(Internal
transfer rate), tasso di trasferimento al quale i fondi della banca vengono
rivenduti alla tesoreria;
·
(Time),
tempo stimato in anni per il recupero del credito.
La
Exposure At Default indica
l’esposizione attesa al momento del default ed è una variabile la cui
aleatorietà cambia al variare della forma tecnica del finanziamento. Si
distinguono due tipologie di esposizioni: quelle a valore certo, per le quali è
noto alla banca l’ammontare esatto del finanziamento concesso, e quelle a
valore incerto, il cui importo non è quantificabile immediatamente, ma solo al
manifestarsi dell’insolvenza, come ad esempio l’apertura di un credito in conto
corrente.
Per
stimare la EAD attesa si può applicare analiticamente la seguente formula:
EAD = DP + (UP
x UGD)
dove:
·
(Drawn
portion), indica la quota di fido utilizzata;
·
(Undrawn
portion), è la quota non utilizzata;
·
(Usage
given default), è la percentuale di quota inutilizzata che si ritiene venga
utilizzata dal debitore in corrispondenza dell’insolvenza.
Per perdita attesa (Expected Loss) si intende il valore
medio della distribuzione delle perdite che un’istituzione creditizia si
attende di subire su un portafoglio prestiti, sostanzialmente essa rappresenta
la perdita, dunque il costo, che l’istituzione si attende di dover sostenere a
fronte dell’esposizione creditizia.
Si ha che:
EL = PD x EAD x LGD
La perdita attesa viene calcolata
sull’esposizione ed è un valore noto.
La perdita inattesa (UL, Unexpected Loss) misura il grado di variabilità del tasso di
perdita attorno al proprio valore atteso e costituisce la vera componente di rischio.